Pubblicato il 27 luglio 2017 da Stefano Villa su notizie.cittametropolitana.genova.it

Tre anni dopo lo straordinario concerto di Guillermo Fierens, erede di Segovia e fra i massimi virtuosi al mondo della chitarra classica il borgo della Valle Stura Grazie a Luigi Pastorino, il “Cantaragnin”, ha vissuto un’altra memorabile serata musicale con Carlo Fierens, figlio e allievo di Guillermo.

Dalle variazioni di Fernando Sor sul flauto magico di Mozart alla Jota di Francisco Tarrega che fa danzare l’Aragona, dalla versione per chitarra delle canzoni di Carlos Gardel, immensa voce del tango, ai Capricci di Nicolò Paganini, il più grande violinista al mondo, suonati con un eccezionale tour de force virtuosistico sulle sei corde.
Il raffinato concerto di Carlo Fierens nell’oratorio della Natività di Maria Santissima tenutosi sabato 1 luglio, ha davvero incantato Masone, tre anni dopo un’altra memorabile serata musicale: ne era stato protagonista suo padre, Guillermo Fierens, uno dei massimi artisti mondiali della chitarra classica, nato in Argentina e dopo il conservatorio a Buenos Aires perfezionatosi a Santiago de Compostela e Berkeley, con il leggendario Andres Segovia del quale già nel 1989 il Corriere della Sera lo definì l’erede.

Guillermo Fierens è stato il primo maestro di suo figlio Carlo, nato in Liguria e diplomato al conservatorio Vivaldi di Alessandria, con laurea specialistica in musicologia poi a Cremona e specializzazione in chitarra classica. Vincitore di decine di premi, protagonista di molti festival internazionali, cittadino onorario di Lomos de Zamora in Argentina Carlo Fierens è arrivato a Masone per iniziativa dell’instancabile Luigi Pastorino, da sempre animatore e ispiratore di eventi per il suo amato borgo. Scoprendo che Guillermo Fierens viveva nella Val Bormida savonese Pastorino lo aveva subito invitato a tenere un concerto a Masone e tre anni dopo, nello stesso oratorio, il testimone è passato al figlio Carlo.
Di lui il critico musicale Sandro Cappelletto, firma della Stampa e di Le Monde, ha scritto “coglie bene i contrasti, le smarcature improvvise della scrittura, restituendole in una sonorità mobile, ora aspra ora dolcissima in un fraseggio e in un respiro del tempo dell’esecuzione già molto consapevole.”

E le immagini della serata in Valle Stura, curate da TeleMasone, la partecipazione appassionata del pubblico, della Confraternita dell’Oratorio e del Comune masonese testimoniano che ancora una volta la regia di Luigi Pastorino, novantaquattro anni e l’entusiasmo di un ragazzo, ha fatto centro.

concerto per chitarra

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